16 luglio 2006

Chiagni e Fotti
























Piazzale Loreto? Magari.
di Marco Travaglio
tratto da L'Unità del 16 Luglio.


"Clemente Mastella, che come ministro della Giustizia ha uno squisito senso della legalità, s’è subito complimentato con l’amico Silvio: “E’ stato bravo, perchè l’ha messa sul piano politico. E i giudici si sono trattenuti. Magari si sono anche spaventati”. Ecco: su quattro club deferiti, tre si difendono nel processo, mentre quello del capo dell’opposizione la butta in politica, usa spregiudicatamente il suo conflitto d’interessi per denunciare, come padrone delle le tv e di mezzo Parlamento, il complotto giacobino di Rossi e Borrelli; poi ricatta come primo azionista Mediaset il sistema-calcio sospendendo i pagamenti alla Lega per i diritti tv e chiedendo due scudetti a tavolino; alla fine riesce a strappare un verdetto scandaloso che tratta il Milan - una delle due architravi del calcio marcio - meglio della Fiorentina e della Lazio: cioè di una vittima del calcio marcio (Della Valle, nemico giurato di Bellachioma in Confindustria) e di uno che contava meno del due a briscola (Lotito-Lolito). L’altra metà del sistema Moggi-Galliani resta in serie A, conserva i miliardi dei diritti tv per campionato e coppa Uefa, trattiene tutti i suoi campioni e, per giunta, si appresta a far man bassa di quelli in fuga da Juve, Fiorentina e Lazio. E quel faro di legalità del ministro della Giustizia che fa? Elogia l’Impunito Supremo per aver saputo “spaventare i giudici” al punto giusto. Ma bravo, ma che bella lezione di sportività: viva i furbi e i prepotenti, viva il conflitto d’interessi e i colpevoli che la fanno franca.Ora,si presume, qualunque imputato in qualsiasi processo si sentirà autorizzato a “spaventare i giudici” come crede o può: parcheggiando un carro armato davanti al tribunale; o entrando in aula col mitra spianato; o facendo simpatiche allusioni ai figli del giudice (“Ma che bei bambini, dottore, li vedo tutte le mattine attraversare la strada per andare a scuola, ah!”). Chi non conosce Berlusconi si attendeva forse qualche giorno di pudìco silenzio. Invece tutto il contrario: continua a lacrimare, nella speranza di sgraffignare in appello qualche altro punto e magari pure i preliminari di Champions League. Montanelli, che lo conosceva bene, lo chiamava “Chiagni e fotti”. Infatti lui continua a chiagnere, e soprattutto a fottere, col suo codazzo di servi furbi. “Prima i campionati erano falsati da Moggi, ora lo saranno dall’eccesso di giustizialismo”, tromboneggia Cicchitto, che minaccia anche Guido Rossi: “D’ora in poi, con quel che ha fatto ai tifosi, dovrà girare con la ruota di scorta” (parole che, dette da un piduista,vanno prese molto sul serio).“Una ritorsione politica contro il Milan”, delira Maroni. E Ghedini: “E’ un’ esecuzione sommaria”. Roba da far impallidire le garrule fesserie in salsa bianconera di un Buglio (“puro giustizialismo, peggio della testata di Zidane”) o di un Chiamparino (“pena fuori dall’ordinario”). Almeno, pur meritandoselo, juventini, fiorentini e laziali un motivo per piangere ce l’hanno. Ma ci vuole tutta la faccia tosta di Fedele Confalonieri per strillare alla ”persecuzione” e alla “nuova Piazzale Loreto”. Ecco: secondo lui il Milan che usava l’addetto agli arbitri per avere guardalinee compiacenti e se la cava con qualche punto di penalità è come il duce fucilato e appeso per i piedi a un distributore di benzina. Perché, assicura il sempre spiritoso presidente del Biscione, “c’è un disegno dietro, un attacco a Mediaset: dal calcio al digitale terrestre ai discorsi sui tetti pubblicitari”. Un complotto targato Fiat? O Tod’s? Chissà. In attesa di chiarirlo, lo spudorato cita “l’avviso di garanzia di Borrelli a Berlusconi durante il G7 a Napoli” (tre balle in una frase: non era un avviso di garanzia ma un invito a comparire, non fu notificato a Napoli ma a Roma, non c’era nessun G7 ma un convegno sulla criminalità). Poi denuncia finalmente un “conflitto d’interessi”: quello “di Guido Rossi, ex consigliere dell’Inter”. Il massimo rappresentante di un’azienda che finanziava illegalmente Craxi, corrompeva giudici e ufficiali della Guardia di Finanza, falsificava bilanci, frodava il fisco, accumulava fondi neri, scambiava mafiosi per stallieri, da vent’anni commissiona o si scrive direttamente leggi su misura guadagnandoci migliaia di miliardi,da 12 anni viola due sentenze della Corte costituzionale e collaborava pure a truccare i campionati, ci si attenderebbe un pizzico di prudenza in più. O magari di pudore, per non sputarsi in faccia davanti allo specchio. Ma ormai anche la faccia è un privilegio. C’è chi, avendola perduta da un pezzo, non teme più di perderla. E chi, più fortunato ancora, non ne ha mai avuta una."

Grande Marco Travaglio!


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