Che ci posso fare se trovo in Travaglio un modo ironico e pungente, ma allo stesso tempo veritiero, di vedere le cose?
«Il guarito immaginario»
di Marco Travaglio
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Ricapitolando. Berlusconi sviene in diretta. Il giovane redattore del sito dei Dell’Utri Boys scrive: «Si chiude qui il IV Convegno Nazionale dei Circoli giovani, con questo colpo di scena inaspettato». Manco parlasse del copione di una fiction scritto per fare sensazione. Ma le reti Mediaset interrompono all’istante il collegamento, per fantomatici «motivi di privacy» (per molto meno, in America la Federal Commission revoca la licenza alle tv): manca poco che trasmettano marce militari. Ma ecco la servitù affacciarsi ai teleschermi: non è successo niente, ci vediamo sabato a Roma, è stato solo un calo di pressione. Strano: il depresso è stato caricato sull’elicottero, che non è proprio la terapia più indicata. Prodi e Napolitano, a scanso d’equivoci, mandano auguri. L’han visto accasciarsi in diretta, metti che stia peggio di quel che dicono. L’indomani, dopo il ricovero, arrivano pure gli auguri del Papa e di Bush, lievemente eccessivi per un calo di pressione. Vengono in mente i raffreddori di Breznev, le malattie di Franco e Tito. Solo che, ai loro tempi, se il portavoce parlava di raffreddore, tutti pensavano al raffreddore. Nessun capo di Stato mandava auguri per così poco. Sarebbero suonati come una sconfessione: sappiamo che state raccontando un sacco di balle, spediamo sinceri auguri perchè sospettiamo il peggio. Roba da incidente diplomatico. Stavolta gli auguri li hanno mandati. Come dire: caro Silvio, sappiamo bene che i tuoi mentono, come sempre del resto, come gli hai insegnato tu, e sappiamo bene che ormai sei ostaggio di Dell’Utri & C., tutta gente che senza di te sarebbe spacciata, o costretta ad andare a lavorare, quindi tanti auguri. Ieri poi ci si mettono pure gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo: al processo per i fondi neri Mediaset, chiedono al Tribunale di valutare l’opportunità di rinviare l’udienza per legittimo impedimento dell’imputato principale, ricoverato al San Raffaele. Spiegano di non essere riusciti a mettersi in contatto con lui per sapere se volesse essere presente all’udienza oppure chiederne il rinvio, dunque non sono in grado di produrre un certificato medico che attesti la sua impossibilità a essere in aula. Per la verità, non s’era mai fatto vedere nemmeno quando stava bene, in ogni caso sembrano confermare che, se non è nemmeno in grado di dire un sì o un no ai suoi legali, il Cavaliere sta parecchio male. Dunque portavoce e portaborse raccontano balle. Intanto però portavoce e portaborse confermano che sabato Lui sarà regolarmente a Roma con la consueta verve. E gl’italiani, abituati a tutto, sono costretti a credere che il capo dell’opposizione sta bene, ma sta male. È vispo, ma anche moribondo. »
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